The magician’s studio

Quelle nuove sono appuntite, brillanti, pronte per essere usate. Viste da vicino possono sembrare perfino pericolose. Quelle usate sono opache, leggermente storte, a volte saldate grossolanamente, riparate dal danno inflitto in una battaglia. Sulla punta ci sono i residui dorati della polvere magica che è rimasta incrostata nel tempo, traccia di valorose battaglie e rischiosi incantesimi. Le bacchette nuove aspettano il mago, quelle vecchie gli sono già appartenute. E tu quale sceglierai?

The Magician’s Studio è un progetto artistico di Bruna D’Alessandroartista di Roma, che da anni vive e lavora a New York. Lei stessa ci tiene a dire che il lavoro è in corso: “Voglio svilupparlo nel tempo. Lasciarmi la possibilità di creare le bacchette con modi e tecniche diversi”. L’idea è nata nell’ambito di un percorso di ricerca nella lavorazione del metallo. Il materiale viene forgiato, piegato e lavorato per creare forme che rimandino all’infanzia e al gioco. “L’interattività che alcune sculture possiedono” spiega, “ha lo scopo di creare un dialogo con gli spettatori, che vengono spinti a ricordare il loro lato giocoso. Desidero creare una connessione intima grazie alla quale il materiale metallico diventi familiare. Con la mia arte esploro i temi della ricerca d’identità, relazioni umane e intimità”. L’oggetto saldato e lavorato produce innanzitutto sensazioni: una saldatura visibile, una finitura lucida, un angolo curvo, sono i segni visibili di un ricordo o di un sentimento.

Per la creazione delle bacchette magiche Bruna D’Alessandro si è servita di acciaio, bronzo e ottone. La tecnica di lavorazione principale è quella della saldatura ma a seconda dei casi sono state usate anche martellatura, brasatura e forgiatura. Ogni bacchetta è un pezzo unico ed è stata creata utilizzando stili e tecniche differenti.

“Walking in the woods one day

I met a man who said that he was magic

Wonderful things he said

Pointed hat upon his head

Scarlets flashing in his eyes

The wizard turned and melted in the sky” – Marc Bolan, The Wizard (1965)

 Il progetto è un tributo agli eroi che hanno regalato al mondo incantesimi e prodigi. Dopo il processo di saldatura, ogni bacchetta ha il suo tocco finale: la brasatura. L’ottone fuso brilla di magia, l’oggetto è reale ma porta le tracce di un mondo lontano o promette l’incontro col sogno.

“Le opere d’arte più antiche sono nate, come è noto, al servizio di un rituale, dapprima magico, poi religioso” scrisse Walter Benjamin. In questo senso l’opera di Bruna D’Alessandro è un’opera contemporanea che rimanda al potere primitivo dell’opera d’arte ma è anche un test: la fruizione non si ferma con la visione dell’oggetto ma continua con la sua scelta, quella tra la bacchetta usata e la bacchetta nuova.  Partendo da un ruolo dell’arte come tramite The Magician’s Studio si pone esattamente al centro tra il vecchio e il nuovo e tra la realtà e la fantasia, non l’immaginazione svagante degli adulti ma quella vivida dei bambini e di chi crede ancora nel potere delle favole. Le bacchette possono essere usate solo da chi crede nella loro magia. E voi, quale bacchetta avete scelto?

 

 

Martina Tiberti

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