GRILLI – LOU MORNERO / Cabezon Records (2021)

C’è una dote che va al di là della leggerezza ed è la capacità di rimanere sospesi, tenersi appena a un passo da terra senza avere la tentazione di volare via. È l’altezza del poeta, che deve salire un po’ più su continuando a tenere d’occhio i corpi, le strade, le passeggiate e quella di certa musica che viaggia tra due correnti, due modi di essere, e lì trova nutrimento e nervature. Grilli è un disco in cui la dualità è sempre presente e che dalla dualità viene anche preceduto: è il risultato di una collaborazione gemellare tra il cantautore milanese Lou Mornero (Lou Mornero, Cabezon Records, (2017) e il produttore Andrea Mottadelli, un’amicizia nata nel 2016 nella formazione I Paradisi. L’album è stato anticipato dal singolo Happy Brithday Songwiter (video in basso), forse insieme a Overture il brano più ricco dal punto di vista di suono e arrangiamento, una ballata decadente, uno sguardo alla coda degli anni Sessanta prima di spegnere le candeline sulla torta e tornare a fissare le pareti senza sogni degli anni duemila. Pop, minimalismo acustico, elettronica, si riconoscono e si scambiano i ruoli all’interno di una stessa traccia, come in La cosa vuota in cui il finale squarcia la semplicità dell’arrangiamento e apre un nuovo spettro sonoro, più rumoroso e rarefatto, o in Due, una polverosa camminata elettroacustica in cui le parole animano il buio e raccontano la storia di un’assenza. Il prima e il dopo si stringono su influenze musicali diverse senza mai abbracciarne davvero nessuna e questa forse è la bellezza del disco, uno scivolare da un richiamo sonoro all’altro con naturalezza, come quando giriamo la testa per scoprire un’altra porzione di paesaggio: se l’incedere di Caro mio si apre su un pavimento di synth ed elettronica ecco che Overture è la camminata del gambero: il brano si avvicina con un ingannevole passo prog, tradisce le aspettative nella semplicità di un tracciato cantautoriale, si sgretola definitivamente in una corrente di richiami psichedelici (il suono e certe inflessioni della voce mi hanno ricordato un pezzo semisconosciuto dei Marcus, A-Trip-in-Time, 1979).

Unica pecca? Avrei voluto un brano in più.

Tracklist:

  1. Grilli
  2. La cosa vuota
  3. Due
  4. Aquario
  5. Happy Birthday Songwriter feat. Paolo Saporiti
  6. Caro mio
  7. Piccolo tormento
  8. Ouverture

Martina Tiberti

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