
A nove anni di distanza dall’ultimo concerto dei Sonic Youth, Thurston Moore è al suo settimo album solista, una rinascita brillante che è anche riscoperta dell’anima più rock’n’roll dell’artista americano.
Thurston Moore ha iniziato ad incidere By the Fire in uno studio di New London durante le prime settimane di marzo, prima che il mondo si chiudesse in tante scatole, le case dei suoi abitanti. Dopo l’inizio del lockdown Moore è stato costretto a terminare parte del lavoro di editing in solitaria (ad esempio l’incedere elettronico e oppressivo di Locomotives). Una volta ultimate le registrazioni ha voluto che l’album uscisse il prima possibile, per dare un messaggio di positività e speranza nello strano vortice di questi tempi incerti. Da questo punto di vista By the Fire sembra il disco giusto al momento giusto, quasi che l’ex frontman dei Sonic Youth abbia avuto una preveggenza su quello che sarebbe stato. Le nove tracce dell’album sono tutte sostenute da un suono brillante e definito, le sperimentazioni noise dei precedenti Spirit Counsel (2019) e Rock N Roll Consciusness (2017) lasciano il posto a brani dalle strutture più riconoscibili e vicine alla forma canzone, sicuramente perfette da ascoltare in una situazione live. In un brano come Hashish c’è un ritorno a un approccio musicale che sembra precedere gli stessi Sonic Youth: nell’articolarsi delle tre chitarre sovraincise sull’ ostinato di basso corposo e ingombrante, c’è del rock’n roll, sembra dircelo anche la voce di Moore, scurita dal tempo. Cantaloupe è un viaggio sensuale che comincia in chiave stoner e prosegue con un’atmosfera da death-trip mentre Breath è un’ondata di suono appoggiata e melodica, bruscamente interrotta da uno squarcio di chitarre sovrapposte: la tempesta verrà mitigata dall’incontro di due voci, una maschile e una femminile. Veniamo quindi alle collaborazioni di questo disco: come nei precedenti Best Days (2014) e Rock N Roll Consciusness (2017) anche in By the Fire ci sono Debbie Googe dei My Bloody Valentine al basso e alle seconde voci e James Sedwards alla chitarra. All’elettronica e alla batteria ci sono invece Jon Leidecker (dei Negativland) e Jem Doulton, già presenti in Spirit Counsel. In questo disco si ha l’impressione che Thurston Moore, oltre a scendere a patti con un’ispirazione più chiara e accessibile, abbia spolverato e tirato a lucido i suoni di una vita; ne è una conferma il brano Siren, soundtrack perfetta per un’odissea contemporanea: la struttura è quella di un viaggio circolare che ci riporta al punto di partenza. Quando tornano la melodia e la calma arriva la voce: inizia il racconto delle avventure passate. Finita la storia termina anche il canto, ci si può anche spegnere,”And I swear by all the saints tonight / These curious epochs of our life / What’s come over me / Will you stay by my side”.
Tracklist:
- Hashish
- Cantaloupe
- Breath
- Siren
- Calligraphy
- Locomotives
- Dreamers Work
- They Believe In Love (When They Look At You)
- Venus