Aşıkların sözü kalır – Baba Zula

Baba Zula, Aşıkların sözü kalır
“Il brano è relativamente giovane, del 2017, ma l’anno in cui ho conosciuto questo gruppo è il 2010. Quell’anno ho visto i Baba Zula dal vivo a Istanbul, dentro un piccolo cinema dove proiettavano un film muto di cui loro suonavano la colonna sonora dal vivo. Più o meno tutte le suggestioni che ho vissuto sono ben racchiuse in questo brano. Murat Ertel, uno dei tre musicisti, suonava il saz camminando sopra le poltrone e il pubblico in trance, un Jimmy Hendrix d’oriente.
Questa sonorità un po’ borderline mi parla molto di Istanbul, del Bosforo, dei gabbiani dietro ai traghetti e di una spirale di odori confusa, cumino, zenzero, miele, salsedine, aglio, yogurt, limone e caffé. E poi mi riporta ad un’annata bislacca della mia vita. Quel 2010, oltre ad Istanbul che quell’anno frequentai smodatamente e di cui ormai conosco pieghe e interstizi, è stato anche l’anno in cui ho fatto il mio primo viaggio zaino in spalla in solitaria e l’ho fatto in Siria che al tempo era meravigliosa e accogliente (la guerra sarebbe scoppiata soltanto l’anno dopo). E tutti i viaggi che ci son stati dopo sono stati un po’ figli di quell’avventura lì.
È stato un anno di rivoluzioni e questo brano mi sembra tenere insieme un po’ tutto l’intreccio, Istanbul, Aleppo, i bazar, le kefiah, i miei viaggi, il mio inglese stentato, le mie magliette sudate, la barba lunga, una felpa color pesca di cui andavo inspiegabilmente fiero e quei pantaloni militari con cui affrontavo tutti i viaggio più lunghi (comodi, larghi, con dei bei tasconi).
Ecco, quando sento i Baba Zula, è come se partisse un film lunghissimo visto trecento volte e mai capito, un “C’era Una Volta…” pesantissimo che può piacere solo a me.
(Marco B. – Roma)
Qualcosa sui Baba Zula… 
I Baba Zula si sono formati ad Istanbul nel 1996 e sono composti da Levent Akman (percussioni), Murat Ertel (saz elettrico e altri strumenti a corda, voci e theremin), Umit Adakale e Periklis Tsoukalas. Il loro genere fa parte della scena psichedelica di Istanbul e i loro live sono famosi per essere dei rituali festosi che amalgamano musica, arti sceniche e arti visive.

Martina Tiberti

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